mercoledì 19 febbraio 2020

Dal Teatro delle Meraviglie



Battezzato "Teatro delle Meraviglie" è il nuovo teatro di Villanova d'Asti, quello della Casa del Pellegrino che si trova in prossimità del Santuario della Madonnina. Il Teatro, come tutto il complesso nacque dalla donazione di due fedeli, Anna Navone e Luigi Graglia. Il Teatro delle Meraviglie contiene 250 posti a sedere con una platea semicircolare e un palco con uno splendido boccascena. La programmazione teatrale è diretta da Alessandro Marrapodi, attore e direttore teatrale attivo nel torinese, che sta proponendo spettacoli popolari e di vario genere. Grande l'affluenza dei villanovesi e degli appassionati di teatro. 



(Foto dall'ultimo spettacolo della Compagnia MiTiChieleCullì del 15 febbraio 2020)

La fortezza di Villanova dell'Astegiana


Ecco la pianta della fortezza di Villanova, così voluta dal re di Francia Francesco I (siamo nella prima metà del '500 in un periodo di guerre continue fra i francesi e spagnoli, e Francesco I intende estendere i suoi domini in Italia).

La rappresentazione è contenuta nel Theatrum Sabaudiae cioè quel grande libro seicentesco che, in due parti, presenta al mondo i possedimenti di casa Savoia. Questa pianta di Villanova è molto diffusa. Della fortezza, oltre a buona parte del centro storico, rimangono le due torri dette Bisoche, mentre i fossati sono stati interrati e i bastioni sono stati quasi del tutto appianati. Da chiarire se vi fossero cunicoli di collegamento, con le torri di vedetta o comunque con l'esterno della fortezza, che nel caso sarebbe interessante riscoprire. [un documento dedicato ai beni artistici del Pianalto li cita].

A seguire un estratto da Edoardo Verona "Villanova d'Asti e i suoi dintorni", Asti 1949:

La pianta della fortezza di Villanova, raffigura un ottagono irregolare in terra e sostenuto da muraglie, dietro le quali correva tutto in giro la strada coperta, sovrastante ad ampio fossato. Delle due porte, l’una era sul fronte Est verso Asti, l’altra guardante verso Chieri, spalleggiata da bastione o baluardo di S. Sebastiano. Una terza porta, segreta, detta porta di soccorso, dava verso Valfenera, ed era fortemente sostenuta dal Bastione Grosso.

Completava la difesa esterna, sul fronte che prospetta Isolabella, la torre o bicocca di S. Martino, la quale, unitamente a quella di Supponito, ergentesi sul fronte opposto (ambedue in piedi tuttodì) servivano col torriere che perennemente vigilava, ad avvisare i villici e il presidio dell’approssimarsi del nemico.

Tale era dunque quella Villanova che il Della Chiesa chiama " Castello murato, fortezza di molta riputazione, piena di popolo; il quale, per la grande fertilità dei campi, è molto ricco ".

Date le guerriglie continue che sì svolgevano tra Villanova, Valfenera, Riva, Buttigliera, Cocconato e sul contado di Asti tra i Marchesi del Monferrato, i Conti di Savoia, i Principi d’Acaia e i Marchesi di Saluzzo, più tardi tra Francesi e Spagnuoli in Piemonte, nel secolo XVI, gli abitanti dei borghi isolati, dovevano per forza di cose, rifugiarsi tra le mura di Villanova fortificata.

Più volte cinta d’assedio, in quei calamitosi tempi, la piazza di Villanova, oppose vigorosa resistenza, e per la sua posizione in aperta campagna, lungi dalle boscaglie e cinta di forti mura, presentò ostacoli insuperabili al nemico.


Una poesia per le torri di Villanova e il nostro patrimonio



Hai eretto difese con in testa una favilla
Hai eretto difese
Finite nelle campagne
Degli anni coltivate
Ad oblio sepolte
Con le armi hai
Scavato gallerie
Per fuggire sotto
Ai campi hai eretto
Sfide sbrecciate
Nei limes imperiali
Fortezze stellate per
Far giocare gli ufficiali
Hai inciso la terra
Fertile in mezzo al
Nulla difeso i figli
I santi in una bolla
Hai alzato bandiere
Diurne all’arrivo
Del terrore hai
Cambiato troppe
Volte la faccia del
Nemico hai imparato
A non fidarti di persona
Come un mantra antico
Hai fatto tutto questo
Con i piedi nell’argilla
Come un Golem muratore
Con in testa una favilla
Max Ponte

Poesia inedita dedicata alle due torri dette “Bisoche”, resti della fortezza cinquecentesca di Villanova, con il pensiero patrimonio storico-artistico del nostro paese, frutto del lavoro, delle lotte, del coraggio e delle idee di chi ci ha preceduto.
Foto della Bisoca di San Martino
Villanova d’Asti, 13 febbraio 2020




 



martedì 11 febbraio 2020

Il santuario della Madonnina e le Terre dei Santi





Una delle mete da non perdere per chi si ritrova a Villanova d’Asti è il Santuario della Beata Vergine delle Grazie detta Madonnina, inaugurato nel 1870 nel luogo in cui la pastorella Maria Baj sarebbe stata colta dalle apparizioni della Madonna. Villanova d’Asti nella seconda metà dell’800 diventa destinazione di quello che oggi noi chiameremmo “turismo religioso”, vengono aperti alberghi e case ai numerosi credenti che si recano in pellegrinaggio. Il centro di questa devozione è un pilone con una fontana collocato al fondo di una valletta in prossimità degli antichi bastioni. 


Splendida la Chiesa le cui funzioni la domenica sono accompagnate dal coro. A due passi è sorto nel 2003 un centro polifunzionale, la Casa del Pellegrino, che include camere per l’accoglienza, teatro, sala conferenze e palestra.

Una volta all’anno alla Madonnina si tiene anche l’ormai tradizionale Infiorata, manifestazione in cui i fedeli creano grandi quadri floreali in una attività che si protrae fino a notte fonda lungo il viale che porta al Santuario. La manifestazione coinvolge il paese in una grande festa.

Il Santuario della Madonnina è inserito, come potrete vedere dal sito web ufficiale, nel percorso delle Terre dei Santi, ed è incredibile, a ben vedere, come un piccolo territorio abbia espresso tali figure d’eccezione. Proseguendo verso Castelnuovo Don Bosco potrete visitare la Basilica e la casa di Don Bosco, punto di riferimento del mondo salesiano in tutto il mondo.



Per tutti, credenti o meno, che visitano le nostre terre si tratta di un percorso ricco di storia e di spiritualità. 

Tra le memorie personali legate al Santuario della Madonnina conservo un video in super8, recuperato di recente, del matrimonio dei miei genitori proprio alla Madonnina, correva il 1976.

Per visitare infine il sito del Santuario di Villanova, con tutte le informazioni e gli orari delle celebrazioni > http://www.santuariovillanova.it/


In copertina cartolina del 1920 circa con il pilone e la fontana "miracolosa"

lunedì 10 febbraio 2020

La fortezza di "Villanova dell'Astegiana"


Ecco la pianta della fortezza di Villanova, così voluta dal re di Francia Francesco I (siamo nella prima metà del '500 in un periodo di guerre continue fra i francesi e spagnoli, e Francesco I intende estendere i suoi domini in Italia).
La rappresentazione è contenuta nel Theatrum Sabaudiae cioè quel grande libro seicentesco che, in due parti, presenta al mondo i possedimenti di casa Savoia. Questa pianta di Villanova è molto diffusa. Della fortezza, oltre a buona parte del centro storico, rimangono le due torri dette Bisoche, mentre i fossati sono stati interrati e i bastioni sono stati quasi del tutto appianati. Da chiarire se vi fossero cunicoli di collegamento, con le torri di vedetta o comunque con l'esterno della fortezza, che nel caso sarebbe interessante riscoprire. [un documento dedicato ai beni artistici del Pianalto li cita]. 
A seguire un estratto da Edoardo Verona "Villanova d'Asti e i suoi dintorni", Asti 1949
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Pianta della fortezza di Villanova
La pianta della fortezza di Villanova, raffigura un ottagono irregolare in terra e sostenuto da muraglie, dietro le quali correva tutto in giro la strada coperta, sovrastante ad ampio fossato. Delle due porte, l’una era sul fronte Est verso Asti, l’altra guardante verso Chieri, spalleggiata da bastione o baluardo di S. Sebastiano. Una terza porta, segreta, detta porta di soccorso, dava verso Valfenera, ed era fortemente sostenuta dal Bastione Grosso.
Completava la difesa esterna, sul fronte che prospetta Isolabella, la torre o bicocca di S. Martino, la quale, unitamente a quella di Supponito, ergentesi sul fronte opposto (ambedue in piedi tuttodì) servivano col torriere che perennemente vigilava, ad avvisare i villici e il presidio dell’approssimarsi del nemico.
Tale era dunque quella Villanova che il Della Chiesa chiama " Castello murato, fortezza di molta riputazione, piena di popolo; il quale, per la grande fertilità dei campi, è molto ricco ".
Date le guerriglie continue che sì svolgevano tra Villanova, Valfenera, Riva, Buttigliera, Cocconato e sul contado di Asti tra i Marchesi del Monferrato, i Conti di Savoia, i Principi d’Acaia e i Marchesi di Saluzzo, più tardi tra Francesi e Spagnuoli in Piemonte, nel secolo XVI, gli abitanti dei borghi isolati, dovevano per forza di cose, rifugiarsi tra le mura di Villanova fortificata.
Più volte cinta d’assedio, in quei calamitosi tempi, la piazza di Villanova, oppose vigorosa resistenza, e per la sua posizione in aperta campagna, lungi dalle boscaglie e cinta di forti mura, presentò ostacoli insuperabili al nemico

martedì 4 febbraio 2020

Piazze di Villanova nella notte


Piazza del Mercato, Piazza Alfieri, Piazza Supponito, Piazza IV Novembre ovvero Piazza del Municipio. Gli indispensabili spazi pubblici, fra tutti Piazza Alfieri il più recente e Piazza Supponito probabilmente il più antico. In queste agorà sono andato in bici, ho giocato e ho parlato con tante persone, in piazza del Municipio ho sperimentato da bambino (altro che cellulare) un telefono fatto di cartone e spago seguendo le istruzioni del "Manuale delle Giovani Marmotte".








sabato 1 febbraio 2020

"Guido suonava il violino" ai Batù




Andata in scena con successo, venerdì 31 gennaio 2020, Guido suonava il violino alla Biblio Villanova, un monologo che l'attrice Elena Formantici ha recitato con maestria su racconto di Nicoletta Fasano e regia di Patrizia Camatel. Un bel pubblico, una narrazione intensa fondata sulla memoria della deportazione degli ebrei astigiani. Un violino costituisce il filo del racconto. Produzione Casa degli Alfieri.


Un monologo teatrale femminile, un racconto giallo che assume le misteriose atmosfere di un thriller a carattere storico, basato su fatti e persone realmente esistiti.Un violino, un intenso percorso di ricerca personale, le vicende di una famiglia ebrea di Asti al tempo delle leggi razziali: un mix di elementi per una riflessione interiore su un pezzo di storia che è importante ricordare.


(Nelle foto di questo post: l'attrice Elena Formantici in scena; la presentazione col Sindaco di Villanova Christian Giordano, Massimo Barbero, Simona Urso, dirigente istituto comprensivo; l'autrice e ricercatrice Israt - Istituto per la Storia della Resistenza e nella Società Contemporanea in Provincia di Asti - Nicoletta Fasano)